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Dissertatio et Disputatio: un incontro inconsueto tra Prensky, Carr e… Socrate

Dialogo e confronto tra le idee di Marc Prensky, noto per il suo lavoro sull’impatto della tecnologia sull’apprendimento e per aver coniato il termine “nativi digitali”; Nicholas Carr, autore di “The Shallows: What the Internet Is Doing to Our Brains”, un libro che esplora come Internet stia cambiando il nostro cervello e la nostra capacità di concentrarci; e Socrate, il filosofo classico greco noto per il suo approccio dialettico alla filosofia.

🕰️ Viaggio nel tempo nel mondo della tecnologia: dalla penna allo smartphone.

📚 Nicholas Carr, Marc Prensky e… Socrate?! Sì, hai letto bene! 🧐

Passato, presente e futuro, tutto in un unico dibattito appassionante. 💡

🎭 Un dialogo che promette sorrisi, riflessioni e forse anche riflessione. 😉


Immagina di trovarti in un locale alla moda, potrebbe essere a Tribeca o forse nel Village di Manhattan, in un angolo riservato, dove il fruscio della conversazione si mescola al clink dei bicchieri. In un tavolino, appena sotto un lampadario vintage, un trio di personaggi davvero insolito si sta godendo le loro bevande.

Dissertatio et Disputatio: un'incontro inconsueto tra Prensky, Carr e... Socrate

Da un lato, Marc Prensky, l’uomo che ha coniato il termine “nativi digitali”, sorseggia un Moscow Mule, con quella sua tipica smorfia di chi sta sempre un passo avanti rispetto al resto del mondo. Di fronte a lui, Nicholas Carr, l’autore del celebre articolo “Google ci rende stupidi?”, sta degustando un vino della Valpolicella, robusto e intenso come un Amarone, proprio come le sue opinioni.

Poi, inaspettatamente, ecco che arriva lui: Socrate. Sì, proprio quel Socrate, il filosofo greco. O almeno, così sembra. Sì, sì, lo so, è morto da un po’ di tempo, ma lascia perdere i dettagli e focalizzati sulla storia magari potrebbe anche essere il suo gemello digitale, considerando la strana lucentezza nei suoi occhi. Siede, ordina un Ouzo, quel liquore greco che si beve a fine pasto o quando si vuole dare un po’ di brio alle discussioni, e si unisce alla conversazione, si siede al tavolo e guarda un po’, tira fuori dal taschino della tunica due curiosi oggetti che a dir la verità pare non saper nemmeno come tenere in mano: una penna e uno smartphone, li mette direttamente nel bel mezzo del tavolo, anzi, forse sare bbe meglio che li sbatte su quel tavolo di vecchio legno underground, quasi la loro presenza fosse un’intera provocazione, o una spada o forse una pistola, che costringa gli avversari a fare un passo indietro e a duellare. Ma si sa, per lui l’eloquio era il duello, e le menti lo spazio del contendere.

Torniamo a noi e quei tre strani personaggi, non strani per se intendo ma per la loro piccola riunione improvvisata, fuori dal tempo e fuori dallo spazio. Non sto scherzando. Sto parlando di un dibattito a tre, tra passato, presente e futuro, sulla questione dell’intelligenza artificiale. Sembra un film di fantascienza, lo so. Ma scommetto che sei curioso di sapere come si sviluppa questo dialogo, vero?

Quindi, mettiti comodo, prendi il tuo drink preferito e preparati a entrare in un mondo dove la fantascienza incontra la filosofia e la tecnologia. Ma ti prego, niente popcorn. Non vorremmo che Socrate… o chi per lui, si sentisse offeso, non abbiamo schermi davanti, solo cervelli che si sfregano tra loro, in un ardito duello.

Prensky (P): Nick, hai sentito parlare di GPT-4, il nuovo modello di linguaggio di OpenAI? È incredibile quanto sia avanzato. E pensa a come potrebbe essere utilizzato nell’educazione!

Carr (C): Oh, Marc, e tu pensi che un programma di intelligenza artificiale possa sostituire l’interazione umana nella sala di classe?

P: Non sto dicendo che dobbiamo sostituire i professori con i bot, Nick. Ma immagina un assistente di apprendimento AI personalizzato per ogni studente. Potrebbe adattare il materiale di apprendimento in base alle esigenze individuali di ogni studente.

C: Sì, ma non temi che queste IA ci rendano ancora più dipendenti da Google e dai suoi simili? Stiamo già perdendo la nostra capacità di concentrazione e riflessione a causa dell’internet. Non vorrei che diventassimo ancora più superficiali.

P: Ma Nick, non è questo il punto. Non stiamo parlando di sostituire il pensiero critico con la tecnologia. Stiamo parlando di usare la tecnologia per potenziare il nostro apprendimento. Non credi che sia possibile?

C: Sì, ma a quale costo, Marc? Non voglio sembrare un pessimista, ma dobbiamo fare attenzione a non perdere di vista l’importanza dell’interazione umana e del pensiero critico.

P: Sono d’accordo, Nick, ma non dobbiamo temere la tecnologia. Dobbiamo imparare ad usarla nel modo giusto. E credo che GPT-4 possa essere un ottimo strumento per farlo.

C: Beh, forse hai ragione, Marc. Ma come dici sempre tu, dobbiamo essere saggi digitali, non solo nativi digitali. E io aggiungerei: dobbiamo essere saggi, punto.

P: Assolutamente d’accordo, Nick. Saggi digitali, sì, ma saggi prima di tutto. Ecco un brindisi a quello!

C: Un brindisi alla saggezza, Marc. Che sia digitale o meno.

Socrate (S): Oh, sento parlare di saggezza, e vedo due uomini eminenti discutere. Posso unirmi a voi?

Carr (C): Socrate, ma certo! Sarebbe un onore.

Prensky (P): Assolutamente, Socrate. Stavamo appena discutendo del ruolo dell’intelligenza artificiale nell’educazione.

S: Ah, l’intelligenza artificiale! È questa la nuova “scrittura” del nostro tempo?

P: Potrebbe dirsi così, Socrate. Ma pensiamo che possa essere uno strumento potente per migliorare l’educazione, se usato correttamente.

S: Ma ricordate, amici miei, che uno strumento è solo buono quanto l’uso che se ne fa. La scrittura, come ho avuto modo di notare, può portare alla perdita della memoria e della comprensione profonda. Non è forse lo stesso con questa nuova tecnologia?

C: È esattamente quello che stavo dicendo, Socrate. Dobbiamo fare attenzione a non diventare troppo dipendenti da queste nuove tecnologie.

P: Concordo, Socrate, ma allo stesso tempo, non dobbiamo temerle. Dobbiamo imparare a usarle saggiamente. S: Un bell’argomento, signori. Ma ricordate, la saggezza non si trova nelle risposte, ma nelle domande. Continuate a interrogarvi, a dubitare e a cercare la verità. Solo così potrete usare saggiamente queste nuove tecnologie. E ora, mi scuso, ma devo andare. Ho un appuntamento con un certo Platone. Mi ha detto che ha inventato una nuova forma di dialogo… qualcosa che ha a che fare con le ombre su una parete…

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