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Dovremmo tutti essere dei constant learner, ti spiego il perché.

Se non spendi 5 ore a settimana a studiare, sei irresponsabile.

Dovremmo tutti essere dei constant learner, ti spiego il perché.

Una cosa per me è certa, se Obama anche quando era presidente spendeva un’ora al giorno a leggere e se Bill Gate durante la sua carriera leggeva un libro a settimana, se Elon Musk di libri al mese ne leggeva sessanta, come è possibile che la maggior parte di noi affermi di non avere tempo a sufficienza per leggere, per studiare e per informarsi?

Come è possibile che le persone più smart, più impegnate e più ricche al mondo trovino il tempo di studiare in modo consapevole, mentre altre trovano mille scuse su quanto siano terribilmente occupate da non poterlo fare?

Cosa vedono Elon Musk, Warren Buffet, Barak Obama o Bill Gates che noi non vediamo?

Una semplice risposta: la conoscenza è il miglior investimento che oggi possiamo fare.

La conoscenza è il nuovo denaro

In verità siamo terribilmente impegnati tutto il tempo a correre e a preoccuparci di guadagnare denaro, ma quello che sta oggi succedendo sta decisamente ribaltando la relazione tra denaro e conoscenza.

Stiamo entrando in un periodo che Peter Diamandis descrive come “demonetizzazione”, nel quale la tecnologia sta rendendo servizi ed esperienze prima costose sempre più accessibili se non addirittura gratuiti.

Questa “demonetizzazione” continuerà ad accelerare nel futuro. Ad esempio le flotte di self driving car andranno a sostituire uno dei beni di consumo più grandi: le auto. La VR (realtà virtuale) andrà a trasformare esperienze costose, come vedere un concerto, in una esperienza accessibile. 

Mentre l’innovazione tecnologica quindi, porta servizi e beni alla demonetizzazione, il valore della conoscenza aumenta. Una conoscenza che non può essere semplicemente specialistica bensì trasversale. Elon Musk ad esempio fin da ragazzo leggeva di tutto, libri di scienza, tecnologia, religione, fantascienza e psicologia. Oggi come oggi se un biologo ha anche conoscenze di intelligenza artificiale o uno psicologo conoscenze informatiche, riesce senz’altro ad avere un vantaggio competitivo e un USP che lo differenzia sul mercato del lavoro. Non solo, interessarsi ed approfondire tematiche che vanno al di fuori del proprio settore è diventato fondamentale in un mercato che sta diventando sempre più globale e dove il valore dell’ecosistema è sempre più determinante per il successo di una impresa.

Chi oggi si affanna esclusivamente per scalare la propria carriera professionale ma non si prende il tempo per studiare è il prossimo target a rischio. Il rischio di rimanere impantanato nello scalino più basso della globalizzazione ed il rischio di perdere il proprio lavoro con l’automazione. Di fatto i lavori nell’ultimo scalino della globalizzazione ed automazione sono sempre pagati meno e spremuti di più, e questo all’interno di un paradosso ancora più grande: che vi è un gap incredibile di persone con skills adeguate per ricoprire ruoli e job che rimangono oggi senza candidati idonei.

In altre parole: la conoscenza è il nuovo denaro. Come il denaro, la conoscenza serve per scambiare e creare valore.

Vi è però una grande differenza: a differenza del denaro se la conoscenza la condividi, non la perdi, anzi è proprio il contrario: più condividi la conoscenza ad esempio trasferendola ad altri, più la ricordi, più la comprendi, più riesci a connetterla con altre idee della tua testa (connecting the dots) e più diventi un modello per altri per quella specifica conoscenza.

Inoltre condividere la conoscenza fa molto di più di dare denaro. Innanzitutto non ha bisogno di transazioni attraverso conti bancari e pertanto è più veloce e gratuita, ed in secondo luogo crea quello che il denaro non può fare: relazioni con gli altri ed una sensazione di benessere personale. Condividere la conoscenza aiuta a raggiungere i propri obiettivi più velocemente e sviluppa il nostro cervello, amplia il nostro vocabolario, aiuta a connettersi con comunity che non avremmo neppure pensato potessero esistere e da la sensazione più gratificante che possa esserci: quella di vivere più vite in una attraverso le altre persone ed le connessioni che creiamo.

Albin Toffler afferma che gli analfabeti del ventunesimo secolo non sono chi non sa leggere e scrivere bensì coloro che non sanno imparare, disimparare e reimparare. Per i babyboomer e la generation y lavorare sodo era il modo ed il solo modo per fare carriera ed avere successo, oggi, avere la curiosità di imparare sempre cose nuove, aggiornarsi continuamente ed in settori diversi è l’unico modo non solo per fare carriera ma per mantenersi il posto di lavoro.

Digital Mindset docet.

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