“Gli sdraiati” di Michele Serra è un romanzo che esplora la complessa relazione tra un padre e suo figlio adolescente. Attraverso un lungo monologo interiore, il padre riflette sulla distanza che lo separa dal figlio, un giovane appartenente a una generazione che sembra vivere in uno stato di perpetuo riposo e disinteresse, sdraiata metaforicamente e fisicamente. Serra usa un linguaggio ironico e affettuoso per descrivere le incomprensioni, le frustrazioni e le speranze di un genitore che cerca di comprendere un mondo giovanile che gli appare enigmatico e lontano.
La narrazione si snoda in modo scorrevole, alternando momenti di leggerezza a riflessioni profonde sulla paternità, sull’educazione e sul divario generazionale. Il libro ci offre un ritratto sincero e pungente di una società in cui le vecchie regole sembrano non avere più valore e i nuovi modelli di comportamento giovanile lasciano i genitori spaesati e impotenti.
Autorità, autorevolezza e rassegnazione
Quando ho letto “Gli sdraiati” di Michele Serra, ho avuto l’impressione di trovarmi di fronte a uno specchio che rifletteva le sfide della mia stessa esperienza di genitore. Il libro, che si legge rapidamente, ha un ritmo incalzante e un tono ironico che rende la lettura piacevole e stimolante. Serra riesce a catturare con precisione la frustrazione di un padre che cerca di mantenere un dialogo con un figlio apparentemente disinteressato e distante.
Tuttavia, una sensazione predominante nel libro è quella della rassegnazione. Il padre protagonista sembra profondamente consapevole della sua incapacità di essere quel genitore che dà regole e guida il figlio con autorità. Questa rassegnazione è palpabile e porta a una riflessione amara su come le dinamiche familiari possano evolversi in una direzione di distacco e incomprensione. Serra non ci risparmia questa realtà, anzi, la esplora con sincerità e acutezza.
Personalmente, il libro mi ha fatto riflettere profondamente sul ruolo dell’autorità e dell’autorevolezza nella genitorialità. Vivendo una situazione simile, ma da mamma, mi sono resa conto di quanto sia cruciale mantenere una presenza costante e autorevole nella vita di mio figlio. La narrazione di Serra mette in luce le difficoltà di molti genitori separati o single che, spesso, si sentono impotenti nel dare un’educazione solida ai propri figli. Tuttavia, credo fermamente che non sia impossibile trasmettere valori e regole chiare, anche in una società che cambia rapidamente.
Genitorialità digitale in un mondo iperconnesso
Un aspetto che Serra tocca nel libro è la genitorialità digitale in un mondo iperconnesso, dove lo schermo sembra creare ulteriori barriere tra il padre e il figlio. Forse, però, è solo una scusa, perché di fatto il padre non sa proprio come entrare nel mondo del figlio. Anche il tatuatore nel libro rammenta al padre questa realtà.
Spesso ci lamentiamo che i nostri figli non parlano con noi, ma noi entriamo nel loro mondo? Chiediamo loro quale sia la loro passeggiata preferita, come invece non ha fatto l’autore che pensa solo a portare il figlio nella sua passeggiata, nel suo posto? Per caso chiediamo ai nostri figli perché giocano a quel gioco della PlayStation e cosa ci trovano di affascinante?
Io con mio figlio Alessandro ci ho provato e, va beh, mi sono data conferma che giocare alla Play non è il mio forte, ma ho visto che alcuni giochi non sono semplicemente lobotomizzanti, ma sviluppano la sua capacità di problem solving e anche di interagire in squadra. Insomma, nel loro mondo dobbiamo provare a entrare e insistere, anche se ci sentiamo inadatti. Gettare la spugna è anche un po’ comodo, meno faticoso, soprattutto quando alla sera torniamo a casa stanchi dal lavoro, ma è nostro irrinunciabile lavoro di genitore, e quello non finisce mai.
Non gettare la spugna
“Gli sdraiati” di Michele Serra è una lettura imperdibile, soprattutto per i genitori. La sua capacità di mescolare ironia e riflessione offre uno sguardo autentico sulle dinamiche familiari contemporanee. Serra ci invita a non arrenderci di fronte alle difficoltà del nostro ruolo, ma a trovare nuovi modi per connetterci e comprendere i nostri figli. È un libro che fa riflettere sulla necessità di un’educazione solida e presente, capace di adattarsi ai cambiamenti senza perdere di vista i valori fondamentali.
Una buona lettura estiva non solo per la sua scorrevolezza, ma anche per le profonde lezioni che offre. È un’opportunità per tutti i genitori di riflettere sulle proprie esperienze e di trovare nuove ispirazioni per migliorare il rapporto con i propri figli. “Gli sdraiati” è un promemoria potente del fatto che, nonostante le sfide, il nostro ruolo di genitori è fondamentale e insostituibile.