Nel mio viaggio di crescita personale e professionale, ho incontrato molti libri che mi hanno ispirato e guidato. Uno dei più importanti, che ha lasciato un segno nella mia vita professionale, è “L’unica regola è che non ci sono regole” di Reed Hastings, il fondatore di Netflix. Questo libro non solo racconta la straordinaria storia di successo di Netflix, ma mette anche in luce un principio fondamentale che considero il pilastro della crescita personale: il feedback.

Perché questo libro è importante
La cultura del feedback, descritta in modo così efficace da Reed Hastings, è la chiave per il miglioramento continuo e il successo, sia a livello personale che aziendale. Nel libro, Hastings spiega come Netflix abbia adottato una cultura di feedback continuo e diretto, incoraggiando tutti i dipendenti a dare e ricevere feedback onesti e costruttivi. Questa pratica non solo ha aiutato l’azienda a innovare e crescere, ma ha anche creato un ambiente di lavoro aperto e trasparente. Hastings non ci gira tanto intorno: buono o cattivo che sia il Feedback deve essere chiaro e diretto, rispettoso certo, ma trasparente. Cosa non sempre facile da farsi e da mantenersi, se teniamo conto anche delle diversità culturali, aggiungerei io. Gli italiani non vanno al punto come gli americani o i tedeschi e per i cinesi un feedback negativo in pubblico è sicuramente disonore. Prendiamoci il buono del messaggio di Hastings e poi, non dimentichiamoci delle differenze culturali per non creare incidenti di percorso.
Il ruolo del feedback nella crescita personale
Il feedback è essenziale per la crescita personale. Senza di esso, rischiamo di cadere nella trappola dell’autocompiacimento e di perdere opportunità di miglioramento. Accettare e cercare feedback ci permette di riconoscere le nostre aree di debolezza e di lavorare per migliorarle. È attraverso il feedback che possiamo veramente capire come siamo percepiti dagli altri e quali aspetti del nostro comportamento o delle nostre competenze necessitano di sviluppo. Quante volte lo abbiamo sentito dire? Eppure…. Cadiamo spesso nell’errore del “io speriamo che me la cavo” quando facciamo il. Ostro onboarding in un’azienda oppure nel classico “tanto oramai so quello che pensano i miei capi, i miei colleghi, i miei collaboratori di me, perché mi conoscono da una vita”. Niente di più sbagliato! Quante zone cieche abbiamo! Quelle dove non non sappiamo assolutamente nulla, quelle dove brancoliamo al buio, mentre gli altri…. Gli altri hanno gli occhi dei gatti, e in quello che è buio per noi vedono cose che forse dovremmo imparare a riconoscere.
Il Feedback come fondamento per lo sviluppo personale
Non c’è crescita personale senza la capacità di ricevere feedback. Avere una cultura del feedback, sia a livello personale che aziendale, è la base, il fondamento, il sostegno per uno sviluppo personale efficace. Senza questa pratica, rischiamo di raccontarci una versione distorta della realtà. Per un’azienda, la mancanza di feedback può portare all’implosione, poiché i problemi non vengono affrontati e risolti tempestivamente e in questo, noi italiani siamo bravissimi, soprattutto quando ci crediamo i più bravi, l’autoreferenza ci rende arroganti e poco umili, restii al cambiamento e men che meno a vedere quando ce ne sarebbe bisogno.
Implementare una cultura del feedback: partiamo dalle cose semplici ed evitiamo le buffonate
Nel libro, Hastings sottolinea che tutto parte dall’alto. È fondamentale che i leader aziendali adottino e promuovano una cultura del feedback. Solo così questa pratica può permeare tutta l’organizzazione e diventare parte integrante del DNA aziendale. Allo stesso modo, a livello personale, dobbiamo essere aperti e proattivi nel cercare feedback dagli altri, utilizzandolo come strumento per il nostro miglioramento continuo.
Ecco che allora gli assessment 360 possono avere un senso, ma solo se cerchiamo feedback sinceri e se evitiamo il compiacimento, e se poi mettiamo in atto le azioni necessarie per migliorarci, altrimenti, meglio non mettere in piedi un assessment 360, perché diventa solo l’ennesima buffonata. Partiamo dalle cose semplici chiedendo con onesta: come mi vedi? Cosa posso fare meglio?
Un libro per CEO e AD
“L’unica regola è che non ci sono regole” di Reed Hastings è un libro che consiglio vivamente a chiunque sia interessato alla crescita personale e professionale ma soprattutto è un libro che consiglio ad Amministratori Delegati e CEO che vogliono davvero implementare una cultura del Feedback in azienda.
Iniziare questa serie di articoli con questo libro è per me fondamentale, perché il feedback è il punto di partenza per ogni percorso di sviluppo, personale e organizzativi. È attraverso il feedback che possiamo crescere, migliorare e raggiungere il nostro pieno potenziale, nonché far fiorire le nostre aziende.