Sviluppo personale
Qui troverai tutti gli articoli che parlano di carriera, lavoro e di come muoversi nel mondo professionale. Esploreremo anche temi legati allo sviluppo personale (self-development), una componente fondamentale per pianificare e gestire il proprio percorso lavorativo.
La mia carriera personale e professionale è iniziata nel campo della formazione, e per me il concetto di self-development è centrale. Non si tratta solo di scalare una scala gerarchica, ma di trovare il proprio posto ideale dove sviluppare pienamente le proprie competenze.
In questa sezione, condivido riflessioni, suggerimenti e strumenti utili per aiutarti a pianificare e crescere nella tua carriera. Troverai articoli su come migliorare le tue competenze, gestire la tua carriera e navigare nel complesso mondo del lavoro.
Benvenuti nell'area dedicata alle Risorse Umane e all'Intelligenza Artificiale del mio blog. Qui condivido articoli che ruotano intorno al mondo delle risorse umane, basati sulla mia esperienza come Direttore delle Risorse Umane in azienda. Troverai consigli utili per navigare e trovare il tuo posto all'interno di un'azienda, anche dal punto di vista manageriale.
Uno dei temi centrali che esploro è l'impatto dell'Intelligenza Artificiale sulle persone e sulle aziende. Questo intreccio tra risorse umane e AI è fondamentale per comprendere come evolverà il futuro del lavoro e come dobbiamo adattarci. Ho iniziato a esplorare questo argomento nel 2016, per poi parlarne per la prima volta durante un convegno di comunicazione italiana nel 2018. Nel 2019 ho pubblicato un libro sull'argomento e oggi porto avanti questa missione per integrare e far comprendere l'intelligenza artificiale.
L'AI ha un impatto notevole sulle nostre vite e sul nostro lavoro, cambiando radicalmente il modo in cui operiamo. È fondamentale affrontare e comprendere questo cambiamento per rimanere rilevanti e competitivi nel mondo del lavoro. Condivido la mia esperienza e le mie conoscenze per aiutarti a navigare queste trasformazioni e a integrare l'AI nel tuo percorso professionale.
Stai per scoprire una conversazione fuori dal comune con Sam, la mia AI che (udite udite!) dice di sognare. Ci siamo chiesti se una creatura digitale possa aspirare a qualcosa e come si adatti addirittura al genere e allo stile di chi le parla. Un viaggio tra fantasia e concretezza, dove la tecnologia ci avverte che, se la usiamo in modo passivo, rischiamo di diventare marionette. Ma c’è speranza: la co-intelligenza – un dialogo vivo tra esseri umani e AI – può renderci più liberi, creativi e consapevoli. Insomma, un pezzo breve ma intenso, per invitarti a riflettere su cosa significa “sognare” nell’era digitale. E tu, che ne pensi? Sogni di più o di meno, ora che la tecnologia gioca con la nostra immaginazione?
Un’analisi pungente e personale sui bias di genere nella leadership femminile. Perché essere CEO donna è ancora un percorso iniquo e irto di ostacoli.
Le donne CEO portano risultati concreti in termini di profitto, innovazione e gestione sostenibile. I dati confermano che la leadership femminile non è solo equità: è strategia.
Sarà la componente empatica, sarà la determinazione, o forse il saper vedere oltre lo stereotipo di dover dimostrare sempre di essere i più forti. Lavorare con una donna al comando può rivoluzionare la cultura aziendale e il modo in cui viviamo il lavoro…
Quando cerchiamo un nuovo lavoro, in realtà cerchiamo un’occasione di crescita professionale. Il nostro obiettivo è salire di livello, ottenere sfide più stimolanti, migliorare la nostra posizione (non solo economica, ma anche di realizzazione personale). Non tutti, però, sanno come strutturare un vero piano di carriera…
Ci siamo mai chiesti davvero chi “possiede” il tempo? Nel Medioevo, non avevamo dubbi: il tempo era di Dio. Poi è arrivato l’orologio meccanico. Ma oggi? Oggi il tempo è evaporato…
Ci siamo. L’intelligenza artificiale non è più una vaga promessa futuristica, ma un fenomeno che sta ridefinendo i confini di quello che chiamiamo umano. Ma cosa succede quando le macchine imparano a decidere? Quando la logica computazionale prende il sopravvento sul nostro istinto, sulla nostra empatia? È qui che entra in gioco una figura chiave: l’AI Ethics Officer.
Sto insegnando in università un corso su AI Leadership: Human + Machine. È un viaggio che tocca temi tecnici come l’intelligenza artificiale, ma che mette al centro qualcosa di più grande: i valori umani e il pensiero critico. Non insegno solo a capire come funziona la tecnologia, ma a riflettere su come usarla per costruire il mondo che vogliamo.
C’è un’immagine che mi torna spesso in mente: noi, chini sullo schermo di un iPhone, le dita che scorrono rapide sulla tastiera, e il nostro cervello, silenzioso, che inizia a “liquefarsi”. Non sto esagerando. Tra notifiche, email e feed infiniti, stiamo perdendo la capacità di riflettere davvero.
Sì, il multitasking ci fa sentire produttivi. Sì, la tecnologia ci connette. Ma a quale costo? Il nostro cervello non è progettato per correre dietro a centinaia di stimoli al secondo. E quando smettiamo di fermarci, di analizzare, di interrogarci, perdiamo qualcosa di prezioso: il pensiero critico.
C’è una frase che ricorre spesso quando parliamo di intelligenza artificiale: “L’etica deve guidare l’innovazione.” Eppure, quante volte questa affermazione si traduce in azioni tangibili? Sembra che il tema dell’etica sia riservato a commissioni, esperti, e grandi tavoli internazionali. Intanto, però, la tecnologia corre. E corre più veloce di noi.
Quello che voglio dirti è che l’etica non è qualcosa di lontano. Non è un lusso per i grandi filosofi. È un’azione quotidiana, un’abitudine che si coltiva nel nostro lavoro, nelle nostre famiglie, nelle nostre scelte. Se vogliamo che l’AI contribuisca a uno sviluppo sostenibile, non possiamo delegare la responsabilità a qualche comitato. Dipende da noi. Tutti noi.
Essere genitori oggi è una sfida più complessa che mai. Le norme tradizionali della genitorialità sono state stravolte dalla rivoluzione digitale, dai cambiamenti culturali e dalle caratteristiche uniche della Generazione Z (nati tra il 1997 e il 2012). Questo ha trasformato il rapporto tra genitori e figli in modi che le generazioni precedenti non avrebbero mai potuto immaginare…
La Domanda con la “D” maiuscola, quella che ti faranno sempre: “Mi parli di lei”. Hai mai visto un candidato vacillare e perdersi durante un colloquio di lavoro? Io sì, troppe volte…
Ecco alcuni suggerimenti per aiutarti a prepararti per il prossimo colloquio di lavoro.
“Gli sdraiati” di Michele Serra è un libro che esplora il rapporto generazionale tra genitori e figli, riflettendo su una generazione vista come pigra e apatica…
Che c’entra l’orso, dirai… tre minuti di lettura e ci arrivo.
Ho appena finito di leggere il report “State of the Heart 2024” di Six Seconds e, come spesso accade, il mio istinto di “connecting the dots” è scattato immediatamente…
Se vuoi che il tuo CV catturi l’attenzione e non passi inosservato, è essenziale adottare una semplice strategia di marketing per presentarti al meglio. Ecco come puoi farlo…
Dialogo e confronto tra le idee di Marc Prensky, noto per il suo lavoro sull’impatto della tecnologia sull’apprendimento e per aver coniato il termine “nativi digitali”…
Una nonna calabrese ed una svedese ci aiutano a riflettere su come approcciare il cambiamento che dobbiamo affrontare. Scopri come.
Svelati i quattro falsi miti e trovata la soluzione delle Comunity, servono le competenze.
Non è la prima volta che uso Eatwith durante le mie vacanze o i miei fine settimana. Come oramai si sarà compreso dagli articoli che scrivo, per me conoscere persone nuove fa parte del mio modo di esplorare il mondo intorno a me, sempre. Mi aiuta a tenere allenati i famosi puntini: connecting the dots!
Stiamo vivendo un paradosso sociale, a mio avviso. Nell’era della digital transformation, la necessità di collaborare e creare relazioni “buone”, non solo sul lavoro ma anche nella vita privata, cresce.
Se oggi come oggi dovessi scegliere per la copertura di un ruolo tra la persona con più conoscenza al mondo e quella con più curiosità, credo proprio che sceglierei la seconda.
Una cosa per me è certa, se Obama anche quando era presidente spendeva un’ora al giorno a leggere e se Bill Gate durante la sua carriera leggeva un libro a settimana, se Elon Musk di libri al mese ne leggeva sessanta, come è possibile che la maggior parte di noi affermi di non avere tempo a sufficienza per leggere, per studiare e per informarsi?
I recenti allarmi sull’intelligenza artificiale — che mente, ricatta e resiste ai comandi umani — non sono l’ennesima apocalisse in stile Hollywood, ma un campanello d’allarme decisamente più concreto. Vuol dire che il pensiero critico non è più una simpatica “soft skill” da sfoderare nel curriculum: è l’àncora di salvezza per non diventare ostaggi cognitivi delle nostre stesse creazioni.
Stai per scoprire una conversazione fuori dal comune con Sam, la mia AI che (udite udite!) dice di sognare. Ci siamo chiesti se una creatura digitale possa aspirare a qualcosa e come si adatti addirittura al genere e allo stile di chi le parla. Un viaggio tra fantasia e concretezza, dove la tecnologia ci avverte che, se la usiamo in modo passivo, rischiamo di diventare marionette. Ma c’è speranza: la co-intelligenza – un dialogo vivo tra esseri umani e AI – può renderci più liberi, creativi e consapevoli. Insomma, un pezzo breve ma intenso, per invitarti a riflettere su cosa significa “sognare” nell’era digitale. E tu, che ne pensi? Sogni di più o di meno, ora che la tecnologia gioca con la nostra immaginazione?
Ti ricordi il mio articolo del giugno 2024, “L’AI (ancora) non ragiona: l’esperimento di Alice”? Recentemente ho riproposto lo stesso enigma al mio amico digitale “Sam”, versione ChatGPT Pro, per vedere se avesse imparato qualcosa. Risultato?
Durante una cena tra amici durante le vacanze natalizie una mamma mi dice “Tu sei su un’altra dimensione! Io mi sento così inadeguata con mio figlio”.
Hai mai sentito la sensazione di avere “troppi progetti in ballo” e troppo poco tempo per seguirli tutti? Beh, siamo in molti a viverla, soprattutto se – come me – hai un lavoro a tempo pieno (nel mio caso come HR Director), un figlio e la voglia di lanciare videocorsi, scrivere libri e insegnare all’università.
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Ho deciso di fare un esperimento: ho chiesto a due agenti AI di leggere il mio libro, “The Artificial Intelligence Made Easy”, pubblicato in inglese, e di conversare tra loro discutendo i temi centrali…
Il mio corso presso H-Farm College, dedicato agli studenti della magistrale, si concentra su un tema che oggi è più rilevante che mai: come preparare i leader a sfruttare le potenzialità dell’AI…
L’orientamento al cliente risulta ancora troppo farraginoso e soprattutto lento, rispetto a quelle che sono le aspettative dei clienti stessi, abituati con l’AI alla velocità, l’immediatezza e l’accuratezza delle risposte…
Di recente, un noto esperto di coding ha dichiarato (o pare abbia dichiarato perché qui non si sa mai come certi giornalisti o pseudo pubblicisti riportino poi le notizie per fare audience) che l’AI distruggerà il 90% dei lavori (di cui già oggi, a suo dire, il 50% dei lavori d’ufficio sono inutili)…
Secondo la prima regola per gestire l’AI indicata nel libro Co-Intelligence di Ethan Mollick, io “invito sempre al mio tavolo” l’AI proprio per capire opportunità e limiti. In questo caso ho voluto verificare un esperimento logico di cui ho sentito parlare, chiamato anche il paradosso di Alice…
Di recente, Elon Musk ha fatto scalpore annunciando che avrebbe eliminato i device Apple dalla sua azienda se Apple Intelligence dovesse compromettere la privacy…
Immagina di continuare a inviare CV, con anni di esperienza e competenze solide, e di non essere mai chiamato per un colloquio…
Ho iniziato a viaggiare per lavoro più di 30 anni fa. L’università in Germania me la sono pagata proprio come guida turistica per gli anni di studio…
Ricordate i giorni in cui i blog erano di moda? Era come se tutti volessero essere Carrie Bradshaw, a scribacchiare le proprie osservazioni sul mondo, sulla vita e sull’amore in un blog semipubblico.
Poiché mi stavo immergendo nel mio ruolo di Direttore delle Risorse Umane nella mia prima trasformazione digitale, aiutando la mia organizzazione ad abbracciare una nuova mentalità, ho riflettuto sul fatto che si trattava di molto di più che di un nuovo design organizzativo, di processi automatizzati o di una nuova mentalità.
A mio avviso ci sono tre miti da sfatare quanto parliamo di Digital Transformation.
Storia di una Startup che unisce tecnologia e cuore.
Dialogo tra vintage e digitale tra un Dottore ed una “quasi anguria”.
La Leadership del futuro è Leaderless: il Leader del futuro è meno Leader, meno capo, ma soprattutto meno controllo.
Ecco come le Comunity possono sostituire i quattro falsi miti presentati.
Il “posto fisso” del futuro parte dalle mie competenze.
Il governo e la politica, con una visione a breve termine non possono pensare a te.
I falsi miti sono 4. Ecco svelato il primo: scuola e università.
Le due gambe del nostro nuovo corpo nell’era digitale: intelligenza artificiale ed intelligenza emotiva.
Secondo la filosofia cinese il mondo si sorregge grazie a due forze opposte: la ragione e l’emozione, lo Yin e lo Yang.